REGGIO EMILIA – La guardia di finanza reggiana, dopo ulteriori indagini svolte nell’ambito dell’operazione “look back” – che lo scorso anno ha consentito di eseguire una misura cautelare nei confronti di un imprenditore reggiano, titolare di un’azienda formalmente attiva nel settore dei lavori edili – ha recentemente sottoposto a sequestro preventivo i proventi della frode fiscale di cui hanno beneficiato alcuni soggetti economici con sede in provincia.
In particolare, attraverso una ricostruzione contabile e la studio degli elementi raccolti in banca dati, i finanzieri hanno portato in luce un complesso sistema di truffa ai danni dello Stato messo in piedi da Antonio Mazzei, 37 anni, già noto per essere stato coinvolto nell’operazione Camaleonte.
Secondo quanto appurato, Mazzei ha gestito nel tempo, anche tramite dei prestanomi, ben sette società di capitali rivelatesi vere e proprie imprese “fantasma” che sono esistite solo sotto il profilo formale, in quanto titolari di partita Iva e iscritte alla Camera di Commercio, ma la cui concreta attività si è esaurita nell’emissione, a beneficio delle imprese “clienti”, di documentazione fiscale fittizia per forniture di beni o prestazioni di servizi, in campo edile, di fatto mai rese.
Annotando nella propria contabilità fatture false per quasi 5 milioni di euro, le aziende “clienti” hanno così potuto abbattere in maniera considerevole la base imponibile, ottenendo indebiti risparmi d’imposta in misura superiore a 600mila euro.
L’operazione odierna si è conclusasi con il sequestro di immobili per un valore di oltre 460mila euro, di denaro liquido per circa 120mila euro e di attività finanziarie per un importo di 55mila euro.