REGGIO EMILIA – Le società che producevano fatture false facevano capo a persone già coinvolte nell’operazione ‘Billions‘, che nel 2020 aveva smantellato un’associazione a delinquere dedita appunto all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nell’odierna operazione ‘Titano’ di Guardia di Finanza e Polizia di Stato – secondo quanto emerso dalle indagini – le cartiere facevano capo a due persone in particolare: G.C. e W.D.C., al tempo colpiti da misure cautelari e oggi denunciati a piede libero. Otto le società che sono state oggetto di sequestro preventivo, una di queste si trova a Reggiolo, la F.a.m.a.p. Costruzioni Srl, le altre sparse sul territorio nazionale. Erano state costituite – secondo gli inquirenti – al solo di scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti di terze società e così consentire loro l’evasione delle imposte sui redditi e dell’Iva, a beneficio della consorteria criminale.
Il provvedimento di sequestro preventivo emesso dall’Autorità Giudiziaria ha riguardato anche 9 dei rappresentanti legali o amministratori di queste società: 2 residenti a Novellara, gli altri a Reggio città, Carpineti, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e nel Veronese. Grazie alla frode perpetrata avrebbero conseguito un profitto illecito di 6 milioni di euro: beni e disponibilità finanziarie posti sotto sequestro. Sono 44 invece le società in tutto il territorio nazionale – comprese le province di Reggio, Modena e Parma – che avrebbero utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali, fatture per operazioni inesistenti ricevute dalle società cartiere per circa 62 milioni di euro, in un arco temporale che va dal 2018 al 2022. Le cartiere risultavano esercitare formalmente attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, macchine per l’edilizia, imballaggi, computer e software, fabbricazione di articoli metallici e commercio al dettaglio di prodotti via internet, mentre le società utilizzatrici operano nel campo del commercio all’ingrosso degli imballaggi, dell’edilizia e dell’abbigliamento.
Ottanta le perquisizioni, effettuate anche utilizzando i cani addestrati a scovare i contanti. Lo scopo era quello di individuare e sequestrare la documentazione che prova l’utilizzo delle fatture fittizie. Nel corso delle operazioni, condotte dal nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza e dalla squadra mobile di Reggio, 50 persone sono state denunciate a piede libero per reati fiscali.
Le perquisizioni hanno riguardato le province di Reggio Emilia, Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Parma, Modena, Napoli, Roma, Torino e Verona.
E nel corso delle perquisizioni odierne la squadra mobile e le fiamme gialle hanno trovato in disponibilità di W.D.C. anche una pistola con matricola abrasa, per cui l’uomo è stato arrestato. I beni in sua disponibilità sono stati sequestrati.
Il comandante provinciale delle Fiamme Gialle reggiane, Ivan Bixio: “L’operazione odierna conferma ulteriormente la centralità della provincia reggiana nel fornire – tramite queste società cartiere – il servizio di fatturazione falsa ad imprese di tutto il territorio nazionale, così da perpetrare significative frodi fiscali. Di qui l’importanza dell’azione di polizia economica finanziaria della guardia di finanza in questo territorio, a contrasto di queste forme perniciose di frodi, che sottraggono importanti risorse ai cittadini e distorcono le regole del mercato, a danno delle imprese in regola. È importante che in ogni cittadino maturi sempre più una piena consapevolezza sul danno provocato da questi fenomeni ad ognuno di noi.”
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