REGGIO EMILIA – Cento milioni di euro di perdite fra il 2018 e il 2020: la Nuova Castelli, azienda reggiana tra i maggiori protagonisti del settore della produzione e distribuzione dei formaggi Dop, sta faticosamente cercando di uscire da una fase di grave difficoltà.
Nata nel 1892, l’azienda fu acquisita nel 1988 dalla famiglia Bigi che guidò l’ingresso nel mercato del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano e la crescita all’estero. Nel 2014 Dante Bigi vendette la Nuova Castelli al fondo britannico Charterhouse Capital Partners. Sei anni più tardi, nel gennaio 2020, la cessione a Lactalis, la multinazionale francese che controlla anche Parmalat, Galbani e altri importanti marchi italiani.
Proprio il passaggio a Lactalis ha fatto emergere appieno le difficoltà dell’azienda, che ha la sua sede in via Galimberti, nella zona annonaria. Già nel 2018 la capogruppo aveva perso più di 29 milioni. I conti del 2019, relativi alla gestione Charterhouse ma approvati dopo l’ingresso nel gruppo Lactalis, hanno evidenziato un disavanzo di oltre 64 milioni. Nel 2020 le perdite sono state sensibilmente ridotte, ma hanno comunque superato i 16 milioni.
Numeri choc per un gruppo che conta una ventina di impianti in Italia e all’estero, con un migliaio di dipendenti diretti. Oltre ai formaggi grana, Nuova Castelli commercializza Gorgonzola, Taleggio, Pecorino Toscano e Mozzarella. I francesi di Lactalis sono intervenuti in modo massiccio, immettendo in Nuova Castelli mezzi finanziari per 210 milioni di euro. Una parte di queste risorse è servita per azzerare l’indebitamento bancario, mentre 100 milioni sono stati convertiti in capitale.
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