REGGIO EMILIA – Non è stato facile, per Max Collini, essere profeta in patria. In 20 anni ha macinato centinaia di concerti e spettacoli in tutta Italia. Ma solo nel gennaio scorso, quando con il suo “Hai paura della fine dell’indie” ha fatto il tutto esaurito alla Cavallerizza, si è sentito davvero apprezzato in città.
Dopo l’avventura degli Offlaga con Daniele Carretti ed Enrico Fontanelli, Max Collini si è lanciato in mille progetti: in questo periodo sta girando l’Italia con Pippo Civati per uno spettacolo dal titolo “Come è potuto accadere? Un viaggio nella Prima Repubblica per capire la prossima”. Ma prima c’era stato “Spartiti” con Jukka Reverberi, “I Soviet più l’elettricità” di Massimo Zamboni, “Dagli Appennini alle Ande”. Spesso Collini è ospite da Propaganda live, il programma di La7 condotto da Diego Bianchi.
In questi giorni Collini sta di nuovo girando l’Italia con “Storie di antifascismo senza retorica”, che il 1° maggio porterà a Correggio. Canzoni, letture, teatro. Oggi dal punto di vista artistico come si definirebbe? “Sono uno che racconta storie. Ogni tanto le scrivo anche. Sono uno scrittore pigro di racconti brevi”.
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