REGGIO EMILIA – E’ scattato questa mattina l’esame di maturità anche per i 3.900 studenti reggiani delle quinte superiori. Per il secondo anno, a causa della pandemia, sono saltate le prove scritte: i ragazzi devono sostenere un maxi colloquio orale di un’ora circa.
Ancora una volta doveva essere il giorno del tema di italiano, la prova che da sempre dà il via alla maturità. Ma il Covid ha stravolto tutto e per il secondo anno consecutivo gli scritti sono saltati. Di fronte alla commissione, in cui il solo presidente è esterno, comincia poi un viaggio a tappe nelle discipline studiate durante l’anno. “Questa forma di esame ha una sicuramente una sua dignità – ha affermato Roberto Rinaldi, presidente di commissione dell’istituto Matilde di Canossa – Sinceramente, penso che il non esserci una prova scritta, almeno quella di italiano, è qualcosa che manca dal punto di vista della capacità espressiva del testo scritto”.
Insegnati e ragazzi distanziati, mascherine obbligatoria, sanificazione delle aule prima e dopo il colloquio. Le misure di sicurezza ormai sono una routine. Resta l’emozione di fronte alla prima vera e propria prova della vita. “I ragazzi sono molto aiutati dal documento iniziale, sottoposto dal Consiglio di classe – ha aggiunto – Espongono qualcosa che è già di loro padronanza. Si tiene conto del credito scolastico ma non solo, anche del percorso scolastico, di un curriculum svolto nell’ambito dei cinque anni, poi l’esame ha un valutazione sua”.
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