REGGIO EMILIA – La scuola italiana si ripopola, anche se indossa mascherine e guanti. Sarà una maturità completamente diversa dal punto di vista delle prove. Anzi, della prova, visto che sarà unica; ma comunque, una maturità “in presenza” cosa che in parte preserverà quell’emozione da “notte prima degli esami” che rende questo passaggio della vita indimenticabile per tutti.
Indimenticabile e quest’anno storico: i ragazzi reggiani che proveranno a diventare maturi in epoca Coronavirus sono 3.766. Faranno la loro comparsa nelle scuole da mercoledì 17 giugno. In queste ore è toccato ai docenti: si sono insediate, infatti, in mattinata le 95 commissioni nelle 21 scuole superiori sede d’esame. Il movimento maggiore è stato al polo di via Makallè.
Tg Reggio è entrato al liceo Matilde di Canossa, dove i collaboratori scolastici erano al lavoro coi preparativi in vista di mercoledì. Qui saranno due per piano, per un totale di sei, le aule da 60 metri quadri ciascuna che verranno utilizzate per gli esami. “Abbiamo preparato la plenaria, l’aula magna, la palestra, le vie di comunicazione, la distanza dei due metri”, ha spiegato il collaboratore scolastico Leonardo Scarda.
Due metri di distanza, quindi, tra i commissari, che sono quasi tutti interni ovvero i docenti della classe più un presidente esterno, e tra la commissione e il candidato, che potrà abbassarsi la mascherina solo durante il colloquio. La discussione orale infatti, della durata di circa un’ora, sarà l’unica prova della maturità Covid 2020 e prenderà le mosse da un elaborato sulla disciplina d’indirizzo della singola scuola che lo studente presenterà.
E’ stato annunciato che occorrerà dimostrare di aver fatto fruttare, in termini di nozioni, questi ultimi tre mesi fatti solo di videolezioni, ma è chiaro che il voto finale in centesimi sarà dato moltissimo dall’andamento del candidato pre lockdown.
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