REGGIO EMILIA – Rincari di energia e materie prime che fanno da freno alla ripresa del settore costruzioni. Se n’è parlato questa mattina a margine di una cerimonia che si è svolta alla Cassa Edile di Reggio Emilia.
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“La speranza è che questa tendenza inflazionistica, e per certi versi speculativa, rallenti. Le imprese non possono correre il rischio di partecipare a gare con prezzi che non consentono di ricoprire i costi”.
Da quasi un anno la spada di Damocle dei rincari è puntata sulla sostenibilità delle imprese di costruzioni. Una spirale, quella degli aumenti, cominciata proprio nel momento in cui il settore si è ripreso dalla crisi, soprattutto grazie alla spinta degli incentivi statali del Superbonus 110%. “Una droga che sta aiutando il settore a tenere, però servono risposte strutturali, di modifica del codice degli appalti, di adeguamento dei prezzi con clausole automatiche”.
Un meccanismo per mantenere i valori degli appalti in linea coi costi reali sostenuti dalle aziende è allo studio del Parlamento. “Occorre fare presto, altrimenti i cantieri rischiano lo stop”, dice Vanni Ceccardi, presidente della Cassa Edile, a margine della cerimonia di intitolazione della sala consiliare a Lorenzo Giberti, dirigente della cooperazione, scomparso quattro mesi fa, per 11 anni sindaco a Cadelbosco Sopra e fautore dell’unificazione delle due casse edili reggiane, avvenuta dieci anni fa. Una sala che “lo ha visto partecipe di consigli di amministrazione e trattative sindacali”, ricorda lo stesso Ceccardi.
Oltre 1200 le imprese aderenti, con 5.626 addetti e un monte salari che è arrivato a sfiorare i 50milioni di euro. Un livello mai così alto, destinato a crescere anche nell’anno in corso.
Una sfida impegnativa per il comparto è rappresentata dai fondi del Pnrr, risorse che devono fare i conti col balzo dei costi delle opere da realizzare: “Potremo fare meno cose rispetto a quello che l’amministrazione comunale e le imprese hanno la volontà di poter realizzare”.










