REGGIO EMILIA – Erano stati stimati in un centinaio, lo scorso dicembre, i residenti “fissi” delle ex Reggiane. Diciamo “fissi” perché l’area ad ora è ancora aperta e il passaggio è costante e anche corposo: persone che sostano magari solo qualche ora, e sono spesso quelle che alimentano l’attività di spaccio di droga. A fine 2020 era stato firmato un protocollo che univa svariati soggetti istituzionali con lo scopo di dare un’alternativa abitativa stabile ai residenti fissi, molti dei quali sono regolari sul territorio ma si sono trovati a vivere nei capannoni in disuso di via Agosti dopo una serie di situazioni a cascata tra crisi economica, perdita del lavoro, enormi ritardi nel dare risposte a chi ha chiesto asilo. Sei mesi dopo, la boa di metà percorso è stata raggiunta: dai circa 100 che erano, i senza fissa dimora usciti dalle ex Reggiane ed entrati in percorsi di accoglienza diffusa sul territorio sono 40, e diventeranno 50 ad andare alla fine di luglio.
“Abbiamo sostanzialmente dimezzato, entro l’anno usciranno tutti e potremo chiudere e abbattere”, dice l’assessore al welfare Daniele Marchi.
Accoglienza diffusa significa che, assieme a Caritas, Diocesi e ad oltre 30 associazioni di volontariato, il Comune ha individuato soluzioni singole o per piccoli gruppi, tra alloggi messi a disposizione e parrocchie, che consentano alle persone di entrare in un circuito permanente, non legato alle emergenze del momento o all’inverno.
Parallelamente, prosegue l’attività di progressivo abbattimento e di bonifica. A giugno c’è stata un’opera di pulizia straordinaria che ha portato alla raccolta di 220 tonnellate di rifiuti. “L’area ad oggi è pulita e quindi anche meno pericolosa, poi proseguono i lavori sul braccio storico di viale Ramazzini per entrare nella zona e ridurre così ancora gli spazi”.
Lega e Fratelli d’Italia all’attacco del sindaco Vecchi
“L’estremo degrado delle ex Reggiane deve essere oggetto di un comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico: ai motivi di tutela della legalità che da sempre denunciamo, ora si sommano anche urgenti motivi di difesa della salute non solo di chi frequenta l’area ma di tutti i cittadini”. Così la deputata del Carrocchio Benedetta Fiorini. “La zona è un covo per criminalità, spaccio e degrado che avrebbe dovuto esser messa in sicurezza già da tempo dall’Amministrazione guidata dal sindaco Vecchi e che invece, ancora oggi, ha lasciato la situazione irrisolta e ogni giorno diventa più pericolosa. E’ inaccettabile. Vecchi agisca, invece di blaterare. E, se non è in grado, si dimetta”.
Anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo ha commentato la notizia del focolaio, chiedendo a Giunta e Ausl “una campagna stringente di tamponi e vaccinazioni, pur con la consapevolezza che molti dei frequentatori delle ex Reggiane siano delinquenti, molti dei quali non in regola con il permesso di soggiorno e che ciò renda difficoltoso il loro riconoscimento”.
In via più generale, infine, il consigliere chiede all’esecutivo regionale di sollecitare il Comune di Reggio Emilia per far riprendere i progetti di riqualificazione dell’area delle ex officine Reggiane “per il bene della città e dei suoi cittadini”.
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