REGGIO EMILIA – “Purtroppo, la situazione non è cambiata”, dice Erica Morelli, segretaria Filctem-Cgil. Era il 21 maggio scorso quando una sessantina di dipendenti di Manifattura San Maurizio, gruppo Max Mara, diedero vita a uno sciopero con manifestazione all’esterno dell’azienda per denunciare condizioni di lavoro definite massacranti e poco dignitose. Una protesta sbocciata in un contesto in cui non viene applicato il contratto collettivo nazionale del settore moda. Un contesto in cui le relazioni sindacali sono da sempre molto complicate. “Non siamo riusciti ad avere un confronto con l’azienda”, ha aggiunto Morelli.
Filctem-Cgil ha elaborato in questi mesi una piattaforma di rivendicazioni, tra cui maggiore flessibilità oraria e migliori condizioni per l’ottenimento di permessi orari: “Abbiamo organizzato alcune assemblee a cui c’è stata una partecipazione altissima anche da parte di quelle dipendenti che non erano in accordo con lo sciopero”. Secondo le informazioni in possesso del sindacato, tre dipendenti in questi ultimi mesi hanno gettato la spugna: “Sappiamo che hanno rassegnato le dimissioni perché fisicamente non ce la facevano più”.
Del caso si era occupata lo scorso 16 ottobre la trasmissione Rai Report: “Non c’è stato alcun ‘effetto Report’, alcuna reazione, siamo ancora in attesa di avere un incontro con l’azienda”. Le dipendenti dell’azienda sono circa 220.
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