CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – “Il riscaldamento globale è per la scienza il problema più grave che l’umanità ha avuto nella sua storia”. Stefano Mancuso è un botanico e saggista italiano, insegna arboricoltura ed etologia vegetale all’Università di Firenze. È membro dell’Accademia dei Georgofili. Ad ascoltare il suo intervento, al Teatro Bismantova di Castelnovo Monti, c’erano oltre 300 persone. Mancuso ha posto l’attenzione sul cambiamento climatico e sul surriscaldamento globale. “Nello stesso periodo in cui producevamo una enorme quantità di anidride carbonica, in due secondi e mezzo sono stati tagliati duemila miliardi di alberi”.
Secondo Mancuso, la soluzione per alleviare il problema dovrebbe essere quella di piantare almeno 1000 miliardi di alberi sull’intero pianeta, liberando terreni occupati dagli allevamenti intensivi. “Per produrre prodotti animali utilizziamo l’80% dei terreni agricoli e ne ricaviamo solo il 20% delle calorie”.
“Implicitamente si riconosce anche il ruolo delle foreste dell’Appennino tosco-emiliano nel contrasto al cambiamento climatico e di conseguenza il nostro impegno e la nostra responsabilità’ ha commentato Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino. “Il nostro Parco nazionale dell’Appennino, nel suo piccolo, ad oggi, ha coinvolto usi civici, imprese, tecnici forestali certificando la gestione forestale sostenibile di 25.000 mila ettari di boschi. Agli stessi vengono riconosciuti valori per i servizi ecosistemici offerti, dalla biodiversità alla difesa suolo, dalla regolazione idrica alla fornitura di risorse, alle opportunità ricreative”.
“E’ un monito per noi che siamo cittadini di un parco nazionale a comprendere che abbiamo bisogno a rimettere sempre in moto anche con le nuove generazioni i concetti fondamentali di salvaguardia dell’ambiente”.
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