POVIGLIO (Reggio Emilia) – Si sgretolano Giunta e Consiglio comunale del paese della Bassa. Dopo la mancata approvazione del bilancio, è infatti decaduto il sindaco Cristina Ferraroni.
La decisione è in mano alla Prefettura, che deve chiarire come procedere in un quadro che comunque appare confuso per la singolarità di quanto accaduto. A fare precipitare una situazione da tempo incandescente, l’astensione dei consiglieri di maggioranza all’approvazione del Bilancio nella seduta di ieri sera. Un passaggio obbligato del rendiconto 2021 arrivato già oltre il tempo limite.
Un Comune di oltre 7mila abitanti, con una “situazione economica difficilissima”, le parole della stessa Ferraroni, imprenditrice, nella sua pagina Facebook dove in un saluto alla cittadinanza ribadisce di non essersi dimessa e che la situazione non è stata determinata da una sua scelta. Da molto tempo i numeri dell’ente sono sotto la lente della Corte dei Conti: nel 2017 Poviglio aveva una perdita di un milione di euro, nel 2019 di 2 milioni e 400 mila. Il bilancio 2021, non approvato, resta in perdita per 280mila euro. La stessa Ferraroni, che ha fornito questi numeri, ha spiegato che si tratta di somme da imputare “al costo maggiorato del servizio di Asp per la casa di riposo Le Radici”. Un accordo recentemente rinnovato dopo roventi polemiche per un palesata chiusura evitata per un soffio.
Durante la seduta, iniziata ieri alle 21 e terminata verso le 22.30, la capogruppo dei consiglieri di maggioranza del Pd, Clara Zannoni, ha letto un documento in cui si spiegavano le motivazioni dell’astensione al voto lamentando la non partecipazione alle decisioni e il mancato coinvolgimento dei consiglieri nelle scelte dell’ente locale. Rapporti difficili e frizioni che hanno costellato gli anni di mandato della Ferraroni, eletta nel maggio 2019 ed espressione del Pd in continuità dell’ex sindaco Giammaria Manghi, della quale era stata assessore. Dopo due anni di mandato, ora deve lasciare il Municipio.
Diversi i messaggi sulla sua pagina social di solidarietà anche dalla minoranza, mentre lo stesso Pd locale sembra spaccato al suo interno con una parte del partito che non avrebbe voluto fermare la legislatura che, di fatto, si traduce ora anche in un blocco dell’attività amministrativa e, fatto non secondario, complica l’arrivo di fondi anche regionali già previsti per interventi e iniziative. In caso di elezioni, la Ferraroni si dice già pronta a ricandidarsi con una lista civica.
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