VALSAMOGGIA (Bologna) – Maltrattamenti, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria. Sono i reati di cui dovranno rispondere la titolare e le tre collaboratrici della struttura ricettiva per anziani “Casa Nino Aurelia” di Monteveglio. Aurelia Dragomir, 59enne di origini rumene, e le sorelle Antonella, Luana e Natasha Marchese, rispettivamente di 63, 59 e 45 anni residenti nell’Appennino modenese, sono state arrestate dai carabinieri del Nas di Bologna, coadiuvati dai colleghi di Modena e Reggio Emilia a conclusione dell’indagine chiamata Inferno. In particolare, la 63enne modenese Antonella Marchese è finita in manette a Reggio Emilia dove da qualche tempo è domiciliata.
Un’attività coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Bologna Manuela Cavallo, che ha preso il via con una segnalazione dell’ospedale di Bazzano, dove alla fine dello scorso mese di gennaio era stato ricoverato un ospite 83enne della casa famiglia, poi deceduto per cause naturali, che presentava lesioni sospette. La struttura è stata quindi monitorata per tutto il periodo di lockdown, sia quando era attiva in Valsamoggia, sia quando è stata trasferita, senza alcuna autorizzazione, all’hotel Regina di Monteombraro di Zocca, in provincia di Modena, a seguito dell’alienazione dell’immobile.
Ne è emersa una sistematica e continuata modalità vessatoria, violenta, minacciosa e ingiuriosa con Aurelia Dragomir e le sue collaboratrici si rapportavano ai 9 anziani ospiti ultraottantenni. Le arrestate, ora ai domiciliari, somministravano anche terapie di propria iniziativa e in assenza di prescrizione medica. Ma non solo, viene loro contestata la carenza di procedure organizzative e gestionali – tra cui le normative anti-Covid – nonché l’assenza di regolari contratti di lavoro. Gli anziani ospiti, nel frattempo, sono stati trasferiti nello scorso luglio dall’hotel Regina e riallocati in altre strutture.
Bologna Nas maltrattamenti anziani maltrattati anziani non autosufficienti operazione Inferno