REGGIO EMILIA – Il racconto dell’allerta reggiana è quello di una giornata quasi spaccata in due. Una mattina di grande affanno dopo una notte di preoccupazione e un pomeriggio relativamente più calmo, col fiato sospeso e il cuore gonfio per le condizioni della Romagna. La linea temporale di confine sono state le 13, ovvero quando il fiume Secchia raggiunge quota 3 di criticità, il massimo: ci sono i primi provvedimenti e vengono amplificate le informazioni.
Il ponte di Veggia a Casalgrande viene chiuso e così rimarrà fino alle 6 di domani. Ai cittadini che vivono nelle zone più vicine al fiume viene raccomandato – quasi casa per casa in situazioni di particolare fragilità – di rimanere ai piani più alti delle abitazioni. Fer decide di sospendere la circolazione ferroviaria nei tratti Barco-Ciano e Casalgrande-Sassuolo per mini allagamenti sui binari causati dal rigonfiamento dei fossati.
Si ipotizza la chiusura del ponte sulla provinciale 51 ma non accadrà, perché il livello del Tresinaro si fermerà a 20 centimetri dalla necessità del provvedimento. Dopo quel culmine, ci saranno un paio d’ore di grandissima allerta e poi la pioggia, come previsto, alle 15 smette di cadere e la situazione va via via migliorando: molto lentamente per il Secchia, più velocemente per il Tresinaro. “Abbiamo visto anche di peggio – le parole del sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro – ma per esperienza la piena del Secchia non va mai sottovalutata”. Tutti i sindaci, con Provincia e Protezione civile, sul campo oppure in riunione con la prefettura.
Il prossimo punto della situazione verrà fatto domani mattina anche, ovviamente, sulle condizioni meno allarmanti degli altri corsi d’acqua, come il Crostolo. Cosa succederà nelle prossime ore? Domani è prevista una tregua, ma venerdì il maltempo tornerà grossomodo con queste caratteristiche e questa volta l’ondata dovrebbe arrivare da ovest e concentrarsi quindi proprio su Piacenza, Parma e Reggio. Motivo per il quale è sì in parte iniziata la corsa per aiutare la Romagna – con alcuni vigili del fuoco ad esempio partiti per Forlì – ma occorre anche conservare sul territorio una dotazione significativa di uomini e mezzi.
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