REGGIO EMILIA – E’ stato stimato che, se si mettessero assieme tutti malati rari in Italia, si riempirebbe 25 volte lo stadio San Siro. Patologie rare complicate da diagnosticare e che spesso non hanno nemmeno un nome; altre lo hanno preso dal medico che per primo le ha individuate.
Per “malattie rare” si indicano quelle patologie con bassa prevalenza nella popolazione. In Europa sono considerate rare le malattie che colpiscono non più di 5 persone su 10mila abitanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che esistano tra 6mila e 7mila malattie rare che colpiscono, nella sola Unione europea, tra 27 e 36 milioni di persone. In Italia i malati rari sono tra i 2 e i 3,5 milioni di persone.
Una ricorrenza che si celebra ogni anno in tutto il mondo e che nasce per informare e per riportare l’attenzione sulla necessità di una diagnosi veloce della malattia e un intervento farmacologico tempestivo che talvolta significa salvare o meno una vita. Malattie che possono essere genetiche e non solo, che possono evidenziarsi in giovane età o più avanti. Per avere una diagnosi attendibile servono in media 4 anni. Un tempo lunghissimo, fatto di pellegrinaggi tra un ospedale e l’altro, tra un medico e l’altro, alla ricerca di una risposta prima ancora che di una cura. Per ricordare questa giornata mondiale i ponti di Calatrava e tanti monumenti, i più significativi, in Italia si colorano dei colori scelti per questa campagna di sensibilizzazione.
Tra le prime iniziative nel nostro territorio quella del Comune di Gattatico al centro a Praticello: a confronto la dottoressa Cristina Marchesi, direttrice dell’Ausl di Reggio Emilia, e la dottoressa Livia Garavelli, direttrice della struttura complessa di Genetica medica dell’Ausl di Reggio Emilia. Presente anche il sindaco di Gattatico, Luca Ronzoni. L’evento ha avuto il patrocincio di Uniamo, la Federazione Italiana Malattie Rare.
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