REGGIO EMILIA – Accessori e gadget fascisti sono in vendita un po’ ovunque, anche online, non è necessario andare a Predappio. Una maglietta con la scritta Benito santo subito è rimasta indigesta al presidente del Consiglio comunale di Reggio Emilia Matteo Iori.
L’ha notata indosso al cliente di un ristorante venerdì sera. Un cliente che a fine pasto si è intrattenuto coi gestori del locale. “So dove non andrò a cena la prossima volta” ha scritto su Facebook Matteo Iori spiegando che avrebbe gradito che i padroni di casa invitassero il cliente, per una prossima volta, a lasciare nel cassetto tale tipologia di abbigliamento. Un messaggio che indica il nome del ristorante, il Doppio litro di Coviolo, e che ricorda la pietra d’inciampo posizionata proprio allo stesso numero civico, dedicata ad Adolfo Rossi, internato militare, morto in un campo di lavoro in Germania, dove era finito per il suo rifiuto di servire la Repubblica di Salò.
Ne è scaturita una polemica. Con richiesta di dimissioni da parte di Alessandro Aragona. Il presidente provinciale e capogruppo di Fratelli d’Italia in Sala del Tricolore, definendo “nostalgica” la maglietta, ha parlato di un atto di boicottaggio di un esercizio commerciale da parte di Iori. Il cui atteggiamento specifica, è stato censorio e liberticida, finalizzato a selezionare chi può e chi non può frequentare un ristorante.
Dello stesso avviso Giovanni Tarquini, ex candidato sindaco per il centrodestra secondo il quale Iori avrebbe dovuto rilfettere di più prima di scrivere. Anche Tarquini, definenendo tuttavia ‘inadeguata’ la maglietta, si concentra come Aragona sul tema delle difficoltà vissute dai gestori dei locali commerciali a Reggio. L’attività economica, insomma, prima di tutto. Pazienza se determinati slogan possano essere perseguibili per apologia di fascismo. E pazienza se poi il titolare del Doppio litro ha fatto sapere di essere di sinistra, di non avere gradito la maglietta e di considerare comunque inutile la polemica.
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