REGGIO EMILIA – E’ il settore dei rifiuti quello che sta prepotentemente emergendo come terreno fertile, per la criminalità organizzata, per fare affari e intrecciare accordi. Lo ha detto ieri sera a La Festa del Pd il procuratore capo Calogero Paci, protagonista di un incontro sul tema delle vecchie e nuove mafie e sugli strumenti per combatterle assieme alla senatrice del Pd Enza Rando, allo storico e docente Enzo Ciconte e ad Emanuele Cavallaro, responsabile del partito per gli enti locali.
In Europa, come a livello nazionale e anche a Reggio – “ma non posso entrare nel merito delle indagini”, ha detto Paci – da qualche tempo sono traffico e smaltimento illegale dei rifiuti i campi sui quali molto si concentrano le associazioni a delinquere, che trovano sponda, come spesso accade, tra gli imprenditori locali, proponendo costi notevolmente inferiori. “Imprenditori che non sempre hanno gli anticorpi”, ha sottolineato ancora il procuratore capo Paci riprendendo un termine riportato dal professor Ciconte, che ha ricordato la reazione delle istituzioni reggiane all’indomani dell’inchiesta Aemilia. Dal canto suo, la senatrice Rando ha sottolineato come in quasi un anno la commissione parlamentare antimafia di cui fa parte non abbia ancora ricevuto le linee guida in base alle quali operare. A proposito di linee guida: Cavallaro ha annunciato che è in corso tra i sindaci reggiani la messa a punto di un ‘patto politico’ per capire come agire qualora un amministratore in carica sia colpito da un’interdittiva antimafia.
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