REGGIO EMILIA – La pena più pesante è stata inflitta a Owolabi Momodou, condannato a 11 anni, tre anni in meno rispetto alla richiesta dell’accusa. E’ considerato tra i componenti di un gruppo criminale di stampo mafioso finalizzato al predominio sulla comunità nigeriana presente nella nostra regione. E’ stato ritenuto colpevole, tra i più reati, di uno stupro di gruppo che avvenne nel 2018, ai danni di una giovane connazionale, sempre originaria della Nigeria. Teatro dell’episodio furono le ex officine Reggiane.
Vanno invece dai 6 agli 8 anni di carcere le pene stabilite dal collegio dei giudici, presieduto da Cristina Beretti, nei confronti di altri otto imputati per i quali, con rito ordinario, si è chiuso il primo grado di giudizio. Un processo che ha fatto luce su rapine, estorsioni, aggressioni, avvenute anche con l’utilizzo di armi. Sullo sfondo la rivalità tra due realtà malavitose radicate in Nigeria, denominate Eiye e Vikings. Tra gli episodi emersi dalle indagini compaiono riti di iniziazioni, spedizioni punitive e metodi illeciti di autofinanziamento tra cui la gestione dell’accattonaggio nei parcheggi.
A dieci anni fa risalgono due episodi gravi: una rapina avvenuta in agosto in seguito alla quale due nigeriani furono bendati e brutalmente picchiati in un appartamento, ma soprattutto la maxi rissa che vide fronteggiarsi a colpi di machete una trentina di persone, nella zona della stazione, nel pieno del pomeriggio di una domenica di metà settembre.
 Assolto uno dei dieci imputati. Si tratta di Samuel Edo, di 32 anni gli ultimi quattro dei quali passati in carcere, luogo da cui ora può uscire.
Reggio Emilia Tribunale processo imputati violenza sessuale di gruppo condannati rapine estorsioni mafia nigerianaLa Dia conferma la forza della mafia nigeriana a Reggio Emilia. VIDEO










