REGGIO EMILIA – Un lupo maschio, adulto, investito e ucciso a Rivalta, lungo la Sp23, nel tratto denominato via S. Ambrogio. L’incidente è accaduto alle 23 di domenica, non lontano dalla località Orologia. L’automobilista che ha urtato l’animale si è subito fermato. Ricevuta la sua chiamata, la polizia locale è uscita per i rilievi, avvertendo i volontari del “Rifugio matildico” di San Polo d’Enza. Del recupero della bestia, deceduta per la gravità dei traumi riportati, si è occupato Ivano Chiapponi, responsabile del centro specializzato nel fornire assistenza in caso di episodi che coinvolgono animali selvatici. Allo stesso centro capita di ricevere diverse chiamate da parte di persone che segnalano la presenza di lupi vicino ai centri abitati. Un fenomeno diventato ormai ordinario. Tra le cause c’è la scarsità di prede selvatiche, a partire dai caprioli. I lupi faticando sempre di più a trovarli, ripiegano su altro, compresi animali domestici come cani o gatti. Possono essere inoltre attratti da ciò che viene gettato nei bidoni dell’organico.
La malnutrizione del lupo può dar seguito a malattie come la scabbia, i cui segni sono stati riscontrati in più carcasse recuperate. I decessi per cause naturali, uniti a quelli legati ai sinistri stradali ma anche a quelli dolosi avvenuti tramite avvelenamento o altri mezzi, tra cui non è escluso il fucile, hanno comportato la diminuzione della popolazione del lupo sul territorio compreso tra la collina e la pianura. Si stima che in circolazione, rispetto a un anno fa, ci sia il trenta per cento in meno di esemplari. Un dato confermato dalle attività del ‘Rifugio matildico’, che nei primi dieci mesi del 2023 di lupi ne aveva recuparati più di trenta, mentre finora, nel 2024, il dato si è ridotto a 15.
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