REGGIO EMILIA – Dopo la grande partecipazione del 25 aprile a Casa Cervi di Gattatico, che ha visto oltre 25mila persone per l’80esimo anniversario della Liberazione e un incasso di 180mila euro, l’Istituto Alcide Cervi propone un appuntamento di rilievo internazionale: da lunedì 28 a mercoledì 30 aprile al Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia si terrà il Convegno internazionale ‘I_Antifascism. Actors, practices, meanings after 1989’: un evento che riunirà 50 relatrici e relatori provenienti da 15 Paesi diversi, chiamati a interrogarsi su cosa significhi, oggi, essere antifascisti “in un mondo attraversato da tensioni globali, derive autoritarie, crisi della memoria pubblica e trasformazioni sociali complesse”.
Il convegno, spiega l’Istituto, nasce da una domanda urgente e attuale: cosa resta dell’antifascismo come pratica civile e politica, come orizzonte educativo, come cultura collettiva, a 80 anni dalla caduta del nazifascismo in Europa e a 35 dalla caduta del Muro di Berlino e dalla fine della Guerra Fredda? “Il convegno è in continuità con il 25 aprile”, dice Albertina Soliani, presidente dell’Istituto. “Fare memoria della Liberazione significa interrogarsi oggi sugli assalti dei nazionalismi, dei sovranismi, delle oligarchie e sul destino delle democrazie contemporanee. Riflettere insieme, sul piano internazionale, su queste sfide globali è il nostro compito oggi”.
Il convegno si aprirà con la lectio magistralis di Jeanelle Hope, docente e direttrice di African American Studies alla Prairie View A&M University (Texas), che proporrà una lettura della tradizione antifascista nera negli Stati Uniti, a partire dal caso dell’invasione fascista dell’Etiopia e dalle risposte radicali delle comunità afroamericane.