REGGIO EMILIA – Il mondo della musica reggiano e il nostro Appennino si sono fermati per ricordare Paolo Gandolfi. Questa mattina, alla casa funeraria della Croce Verde, l’ultimo saluto al fisarmonicista scomparso nei giorni scorsi all’età di 90 anni.
Tanti i momenti e ricordi emersi nel corso della cerimonia: la passione per la musica, il legame con la montagna, i traguardi raggiunti negli oltre trent’anni alla guida dell’istituto Merulo di Castelnovo Monti e la sua capacità di parlare ai giovani.
“Gandolfi è sempre stato giovane – ha raccontato Giovanni Mareggini, Flautista ed ex direttore Istituto Merulo – Credo che nessuno di noi possa dire di aver visto il maestro anziano. Era incredibile la sua vitalità, la sua voglia di fare e il suo ciuffo, invidiabile dal mio punto di vista (sorrisi in sala tra i presenti, ndr). Per molti di noi, al di là dell’insegnamento è stata una figura paterna’.
Un ricordo commosso anche da Fausto Giovannelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. ‘Credo che l’Appennino gli debba molto – ha aggiunto Fausto Giovannelli – perché moltissimi giovani hanno appreso il linguaggio della musica. Castelnovo Monti ha un conservatorio grazie a molte persone e, soprattutto, grazie a lui. Sono un po’ commosso e credo sia giusto esprimere l’onore della comunità’.
La filosofia di Paolo Gandolfi sarà portata avanti dall’istituto Peri-Merulo. ‘Senz’altro – ha risposto Mirko Ferrarini, Coordinatore sede Merulo del conservatorio Reggio-Castelnovo Monti – Il direttore di Reggio Imerio Tagliaferri e tutto il consiglio accademico stanno lavorando in questi anni per continuare a sviluppare l’eredità che ci ha lasciato Paolo Gandolfi, che è stata importantissima. Vogliamo sicuramente continuare e migliorare’.
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