REGGIO EMILIA – Il pentolone della sanità pubblica bolle da molto tempo ormai: dentro ci sono tantissimi elementi, dati da contingenze nazionali di emergenza diffusa e da tratti territoriali. Ogni tanto qualcuno solleva il coperchio e a volte ad un’accusa corrisponde una reazione. E’ il caso di queste ore tra medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali. Dopo averlo annunciato, i professionisti reggiani di base lo hanno fatto: hanno proclamato lo stato di agitazione. E i tempi per tentare una conciliazione con l’Ausl di Reggio e la prefettura sono molto brevi: “Il prefetto deve chiamarci entro dieci giorni altrimenti saremo autorizzati a fare forme di sciopero – spiega Euro Grassi, segretario provinciale del sindacato Fimmg – Chiediamo che torni la vecchi Ausl di Reggio, che progettava e ascoltava medici di medicina generale e cercava di fare quanto necessario per il territorio”. Messaggio ai cittadini: “Dovete limitare le presenze negli studi, ma soprattutto dovete scendere in piazza con voi. I medici di base sono dalla vostra parte e combattono per voi, che siete i veri datori di lavoro. Aiutateci”.
Grassi è il segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale, il sindacato maggiormente rappresentativo. Lamenta un ascolto scarso o nullo da parte di Regione e Ausl, un carico di lavoro e di burocrazia ormai insopportabile, e spiega cosa significa, per un medico di base, fare sciopero. “Inviteremo a non fare certificati per altri”.
Ed ecco la replica dei Medici specialisti ambulatoriali, circa 200 sul territorio: “Siamo anche noi purtroppo una categoria in sofferenza, costantemente sottorganico e penalizzata dalla incongrua politica di questi anni sull’accesso alle scuole di specialità. Tuttavia spesso siamo la prima figura che materialmente incontra il paziente con ambulatori funzionanti anche 9 ore al giorno, rilasciamo i piani terapeutici dei farmaci, siamo stati verificati e con orgoglio possiamo dire che nel 2022 abbiamo raggiunto il 90 % della performance prescrittiva. Il nostro invito ora è quello di lasciare alle spalle ogni atteggiamento polemico e di guardare avanti in modo fattivo, consapevoli del momento estremamente difficile non solo per i cittadini ma anche per noi professionisti”.
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