REGGIO EMILIA – Per l’ultimo appuntamento del 2022, la Grande Cena di Boorea si trasferisce a Tramonti, nel cuore della costiera amalfitana. Nell’ultima puntata de “Il medico e il cittadino” si è parlato dei progetti di solidarietà che saranno sostenuti con il ricavato dell’evento.
“Siamo onorati di ricevere questa due giorni, che sarà sicuramente entusiasmante – le parole di Vincenzo Savino, vicesindaco di Tramonti – Con il ricavato dell’evento, cercheremo di aiutare progetti di solidarietà”. La solidarietà cooperativa è il motore del gemellaggio eno-gastronomico tra l’Emilia e la provincia di Salerno, che sta per nascere per iniziativa dello chef Giovanni Mandara, sostenitore da sempre delle Grandi Cene di Boorea e originario proprio di Tramonti. Martedì 18 ottobre il cuore della tre giorni: il pranzo, ultimo appuntamento del calendario del 2022, diffuso tra Reggio, Parma e Piacenza. “Siamo riusciti a fare 17 tra pranzi e cene, la 18ª sarà quella di Tramonti. Abbiamo mosso e portato a tavola 1.500 cooperatori e coinvolto 300 volontari”, ha detto Michela Bolondi, vicepresidente di Boorea.
Un’avventura cominciata più di 20 anni fa: “Abbiamo deciso di fare questa cosa come facciamo con il nostro ristorante – le parole di Dario Nizzoli, chef – il servizio in assi in legno con le scodelle per il vino e i piatti a base di maiale”. Nel 2022 sono stati raccolti finora 33mila euro destinati a progetti come Casa Claudia a Correggio, che permette a ragazzi diversamente abili di vivere in modo autonomo. Poi, la solidarietà internazionale: dall’Ucraina colpita dalla guerra alle donne nell’Afghanistan tornato nelle mani dei talebani, in particolare alle donne che hanno perso il marito e che in quei contesti non possono neanche uscire di casa. “Vuol dire non riuscire ad andare a lavorare e non riuscire nemmeno ad andare a mendicare – le parole di Dina Taddia, consigliera delegata di We World – Noi in Afghanistan, con il supporto di Boorea, stiamo garantendo anche il diritto all’esistenza ma la situazione è drammatica con un livello di povertà assoluta altissima. Queste donne si trovano nella condizione, e sta accadendo, di abbandonare i loro figli davanti agli orfanotrofi perché non hanno da dargli da mangiare”.
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