REGGIO EMILIA – “La salvaguardia di questo patrimonio professionale è essenziale per garantire sicurezza e legalità“: è netta, nelle sue dichiarazioni, Elena Mazzoni, assessore regionale alla Legalità. Mazzoni ribadisce la disponibilità della Regione a collaborare col Ministero degli Interni per trovare una soluzione che consenta di tornare ai funzionari da settembre rientrati a Bologna, presso l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, e che negli ultimi dieci anni si sono occupati, nella prefettura di Reggio ma anche in quelle di Modena, Bologna e Ferrara, di white list e interdittive antimafia. “Non possiamo permettere – dice ancora Mazzoni – che si disperda un know-how costruito in oltre dieci anni di lavoro, in un territorio che richiede la massima attenzione”.
La questione non è lo stop al lavoro sulle interdittive, che ovviamente prosegue, ma quella delle conoscenze specifiche in termini di nomi e luoghi maturata in questi anni dai funzionari e così preziosa in questa attività. I reggiani, dall’assessore ai consiglieri, sono in prima linea nel chiedere una soluzione che consenta di superare la scadenza, con mancato rinnovo, dell’accordo che nel 2014 aveva portarto questi funzionari a Reggio e nelle altre città emiliane colpite dal terremoto. Si sta lavorando ad un protocollo specifico da sottoporre al Ministero.
Nell’ultima seduta dell’assemblea legislativa è stato discusso un Question Time presentato dalla consigliera Elena Carletti, che ha ribadito “come la prefettura di Reggio sia un modello nazionale nella prevenzione antimafia grazie al lavoro di funzionarie e funzionari che hanno costruito un patrimonio di conoscenze unico. La sottosegretaria Rontini – ha detto – ha risposto all’interrogazione assicurando che il Presidente De Pascale ha attivato una interlocuzione con il Ministero dando ampia disponibilità per potenziare nuovamente quegli uffici che in questi mesi senza un personale prezioso, formato e competente. La Regione sta elaborando un nuovo protocollo da sottoporre al Ministero degli Interni, nella speranza che il Ministero possa accogliere questa disponibilità e dare di nuovo forza agli uffici antimafia delle prefetture”.
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