REGGIO EMILIA – L’inchiesta sulle scommesse sportive che sta coinvolgendo alcuni nomi noti del calcio italiano, ha riportato sotto i riflettori il fenomeno della ludopatia. Nell’ultima puntata della nostra trasmissione ‘Il graffio’ abbiamo cercato di delinareare un quadro del fenomeno a livello locale.
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“Sono circa 150 le persone all’anno che si rivolgono a noi”. Fabio Salati è il direttore generale della cooperativa Papa Giovanni XXIII di Reggio, realtà nata nel 1977, impegnata in progetti sociali e che da una ventina d’anni é fortemente attiva anche nel contrasto alla ludopatia, tanto da essere diventata un punto di riferimento nazionale.
Chiediamo a salati quale sia l’identikit delle persone in carico alla papa Giovanni: “Non esiste un identikit vero e proprio – dice – abbiamo avuto imprenditori e casalinghe, il livello di istruzione medio è quello del diploma superiore”.
Le scommesse sportive sono quelle che attraggono maggiormente i giovani. Nei giorni scorsi proprio sul tema scommesse la Reggio Calcio, storica realtà giovanile che conta oltre 500 iscritti, ha effettuato una sorta di sondaggio tra i propri ragazzi, in particolare nella fascia 14-17 anni. “E’ emerso che un 70% qualcosa fa, dal fantalcalcio per cui si spende da 1 a 25 euro, alle scommesse sulle partite, su chi segna per primo, ovviamente tutto nella legalità”, dice il direttore tecnico Fausto Vezzani.
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