REGGIO EMILIA – Originario di Campagnola, Luciano Manicardi è stato priore della comunità monastica di Bose per cinque anni fino al 2022. Al Teatro Valli ha partecipato all’incontro di presentazione del libro ‘Lolita, Teheran e Noi’. Una riflessione partita da ‘Leggere Lolita a Teheran’, opera pubblicata 20 anni fa da Azar Nafisi e dedicata al seminario clandestino che la scrittrice iraniana teneva nel salotto di casa con le sue studentesse per leggere opere letterarie occidentali, tra cui Lolita di Nabokov.
Fu facile per quelle ragazze identificarsi con la protagonista che aveva subito la confisca della propria vita e intimità. “E’ la confisca della vita di una persona da parte di un altro, sia questo un singolo, sia questo un regime totalitario le dinamiche sono analoghe – sottolinea il monaco di Bose, Luciano Manicardi – Tanto è totalitario l’abuso del singolo su una persona, tanto l’abuso di un potere politico di un regime sulle persone entra anche nell’intimità. Perchè la maniera migliore per occupare l’anima di una persona è controllarne il corpo”.
Lo sguardo si è poi allargato alla drammaticità di questa fase storica, con la guerra in Ucraina e il massacro in atto in Palestina: “C’è enorme preoccupazione, c’è il constatare una disumanizzazione a livello delle politiche. Quello che ci ferisce profondamente è che anche a livello politico le istituzioni internazionali sembrano non avere più peso. La mia preoccupazione è quello che ci aspetta, che il peggio debba ancora venire. Questa disumanizzazione imperante sembra ricordare i tempi bui vissuti nel secolo scorso”.
Ci vorrebbero sanzioni per Israele? “Occorrerebbe una persona che sappia di cosa parla quando si parla di sanzioni. Non mi pare che quando si mettono in atto delle sanzioni queste arrivino ad avere degli effetti”.
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