REGGIO EMILIA – Le luci di una Las Vegas illuminata accendono la notte del Campovolo. Anzi, accendono La Notte di certe Notti, il quinto live nello spazio all’aperto (diventato nel frattempo RCF Arena) della sua Reggia Emilia per Ligabue. L’occasione è ghiotta: celebrare i 30 anni del disco Buon compleanno Elvis, i 20 anni dal primo Campovolo del 2005 e dell’album Nome e Cognome e i 35 di carriera. E lui, il Liga, in gran spolvero, veste i suoi pezzi migliori per i 100mila che non hanno voluto mancare l’appuntamento.
Campovolo è casa, è il regno di cui lui è padrone assoluto. Non c’è ansia da prestazione, non c’è pressione. Le quasi tre ore sono uno show di cui sembra che Ligabue sia il primo a goderne. Persino la pioggia annunciata aspetta che il concerto arrivi alla fine senza problemi.
Il via, qualche minuto dopo le 21, lo dà Little Taver – l’indimenticato Kingo di Radiofreccia -, in completo dorato, sulle note di Certe Notti (la sua presenza sul palco segnerà l’alternarasi dei blocchi). Il testo scorre sul maxischermo e si capisce subito il mood della serata: un karaoke a 100mila voci. Il boato saluta l’arrivo del rocker. Si spinge subito sull’acceleratore con I ragazzi sono in giro, seguito da Questa è la mia vita. Sullo schermo immagini di Campovolo di ieri e di oggi, rispecchiando anche la scaletta del concerto che alterna pezzi più recenti a quelli degli inizi. Quando arriva la volta di Cosa vuoi che sia, Ligabue sensibilizza sulla questione del cambiamento climatico (“Ci vogliono dire che in fondo d’estate ha sempre fatto caldo, che in autunno ha sempre piovuto, ci vogliono dire che occuparsi della crisi climatica sia un lusso..”).
Sono pochi gli interventi parlati, la musica chiede e ottiene lo spazio che merita. Ma anche le canzoni mandano messaggi. Su Le donne lo sanno una galleria di volti di donne iconiche appare (rielaborazioni grafiche) a ricordare la forza del genere femminile: da Rita Levi Montalcini a Monica Vitti, da Franca Rame a Bebe Vio, da Nilde Iotti a Sandra Mondaini, passando, tra le tante – per Raffaella Carrà, Letizia Battaglia, Sophia Loren.

Foto di Giovanni Speziale/CVolo
Per Happy Hour l’intelligenza artificiale (usata qua e là durante il live) porta i grandi della terra a brindare su una navicella spaziale: Putin con Trump, Meloni con Macron, Zelenskyj con Biden. C’è anche Sergio Mattarella che rivolge il suo bicchiere verso il pubblico con aria preoccupata. Del resto c’è poco da stare allegri, e il rocker lo ricorda quando è la volta di Il mio nome è mai più, il brano del 1999 nel periodo del conflitto nell’ex Jugoslavia: alle sue spalle campeggia la scritta Basta con il massacro a Gaza, Basta con il massacro in Ucraina, Basta con il massacro in Sudan, Basta con i 50 massacri in corso nel mondo e la voce di Roberto Benigni ricorda gli orrori della guerra e le strage dei bambini.
Ma la festa è festa e ci si scatena su Ballando sul mondo, Vivo Morto X, Non è tempo per noi. Tra il pubblico ad applaudire (e a ballare) anche la segreteria del Pd Elly Schlein e l’eurodeputato Stafano Bonaccini, mentre Ligabue con i suoi musicisti sale a bordo del palco mobile a forma di Cadillac rosso fuoco, trainato da un truck viola scintillante, e fa il giro di tutta l’Arena eseguendo Si viene e si va e Il meglio deve ancora venire.
Gran finale tra fuochi d’artificio e coriandoli. La Notte di Certe Notti dopo Campovolo continuerà il 6 settembre alla Reggia di Caserta. Ma la notizia che lo stesso Luciano Ligabue ha voluto dare stasera ai suoi fan è che la festa avrà un seguito anche l’anno prossimo: a maggio il tour toccherà otto capitali europee (Barcellona, Madrid, Parigi, Londra, Utrecht, Bruxelles, Lussemburgo e Zurigo) e il 20 giugno sarà a Milano, allo stadio San Siro. (dell’inviata Claudia Fascia/(ANSA)
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