REGGIO EMILIA – Il maxi-cartellone con la scritta ‘vendesi ville’ e l’immagine stilizzata del futuro complesso immobiliare ricorda quella di certi film americani. La sostanza è che ciò che resta dell’area verde di via Luxemburg ha i mesi contati. Presto, dietro il supermercato Conad comincerà la realizzazione di un piano urbanistico che prevede quattro isolati principali con uno schema interno a corte e 58 tra villette e appartamenti, per circa 12mila metri quadrati a destinazione residenziale. L’impresa di costruzioni Aloi è pronta a cominciare i lavori.
Sul destino di questa area si è giocata una sfida a suon di carte bollate tra il Comune da una parte e i proprietari dall’altra (Immobiliare Campani, Edilimmobiliare e Il Borgo, più un privato). Una sfida il cui esito finale ha determinato anche il destino di altri piani urbanistici, come quelli di via Tolstoj a Canali e dell’ex casa di riposo a Ospizio.
L’area di via Luxemburg era stata resa edificabile dal Piano regolatore del 2001. Nel 2013 il piano urbanistico attuativo proposto dai proprietari era stato inserito nel Piano operativo comunale. Comune e proprietari avevano firmato un accordo che definiva le modalità di attuazione e stabiliva che il piano doveva essere approvato entro 5 anni, altrimenti i diritti edificatori sarebbero decaduti.
Ma quando il Comune, scaduti i termini, cancellò il piano, le società immobiliari fecero ricorso al Tar di Parma, che diede loro ragione, ritenendo che il vincolo temporale deciso dall’amministrazione fosse in contrasto con la vecchia legge urbanistica regionale, in vigore fino al 2017. E dello stesso parere è stato recentemente il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso del Comune.
Alcuni considerano quella mossa della Giunta Vecchi una scelta azzardata, destinata ad essere bocciata dalla giustizia amministrativa; altri la giudicano un tentativo coraggioso di porre un freno alla logica dei diritti acquisiti. Di certo le sentenze di Tar e Consiglio di Stato hanno fatto scuola.
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