REGGIO EMILIA – “Mia moglie mi ha chiamato disperata perché uno dei miei due figli aveva provocato un incidente con danni gravissimi e lo stavano portando in carcere”. Quello che due persone sconosciute hanno raccontato alla moglie del nostro collega Renato Ballabeni faceva parte di una truffa messa in atto per chiedere soldi. Un modus operandi classico. “Come matrice comune a tutte le tipologie di truffe c’è una sorta di leva che i truffatori fanno sugli elementi psicologici della vittima, nella maggior parte dei casi sono persone deboli, come gli anziani e si va a toccare la loro intimità e i loro sentimenti”, conferma il Maggiore dei carabinieri Francesco Coratti, comandante della Compagnia di Reggio.
“Queste persone sono molto brave a indurre delle emozioni, emozioni molto forti e quando entriamo in un meccanismo di tipo emotivo il nostro pensiero non è lucido – sottolinea la psicologa Federica Bonazzi – Sono più facilmente manipolabile”.
Chiamare le forze dell’odine, è stato detto a Buongiorno Reggio, è fondamentale: “Sicuramente seguirà un intervento delle nostro pattuglie sul posto e seguiranno ulteriori approfondimenti investigativi, anche perché si vanno a comporre i tasselli di un mosaico”.
Anche la Federconsumatori si sta attivando: “Apriremo questo sportello ad accesso gratuito presso uno dei centri sociali Ancescao del Comune dove cercheremo di ampliare e fortificare una rete di assistenza e passaggio di informazioni”, chiosa Lucia Lusenti.
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