REGGIO EMILIA – Una vicenda nata dai social e approdata al Tar: è la storia che vede coinvolti l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Reggio, i Comuni di Vezzano e Viano e il Centro Odontoiatrico Reggiano. Tutto nasce in seguito ad alcuni post pubblicati centro sulla propria pagina Facebook dove vengono proposti servizi e promozioni, come la prima visita gratuita riferiti alle sedi in via Roma a Viano e in via Martiri della Libertà a Vezzano.
Nel luglio 2024 la Commissione albo odontoiatri, guidata dal presidente, Gianluca Davoli, invia ai sindaci una segnalazione per una presunta violazione facendo riferimento all’art 5 della legge in materia. Si chiede di verificare il rispetto dei requisiti previsti in queste pubblicità su Facebook dove – sempre secondo l’Ordine – non sarebbe indicato il nominativo del direttore sanitario, quindi l’applicazione della sanzione prevista e la sospensione dell’attività sanitaria per un periodo da sei mesi a un anno.
Scorrendo il sito del Centro Odontoiatrico Reggiano si legge che il direttore sanitario è il Dr. Marco Grieco, odontoiatra. Il Comune di Vezzano non fa cadere nel vuoto la segnalazione, esegue le verifiche, parte un’istruttoria che si conclude con l’archiviazione e il non luogo a procedere, come dispone la responsabile d’area competente. Tutto ciò non prima di aver chiesto controdeduzioni senza però ricevere risposta, dice il Comune, dallo stesso Ordine.
Per i Comuni la vicenda sembrava chiusa. Non era così per l’Ordine, che il 16 ottobre scorso, facendo riferimento alla proposta della Commissione albo odontoiatri di due giorni prima, il 14 ottobre si scaglia contro l’archiviazione del Comune e decide il ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale. Una disputa che solleva interrogativi e che ora si sposta nelle aule di giustizia amministrativa. Fortemente amareggiato il sindaco di Vezzano, Stefano Vescovi, che parla di una vicenda incredibile che tocca attività che forniscono un servizio sul territorio e che costringerà i comuni a spendere soldi pubblici per difendersi in questo procedimento.
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