REGGIO EMILIA – Per gli affari si superano anche i morti ammazzati di un tempo. Ed é così che Giuseppe Pino Arabia, originariamente legato ai Dragone, finisce con l’allinearsi con chi i Dragone li ha sconfitti a suon di omicidi, ossia con il clan Grande Aracri. Dalla nuova inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna emerge infatti come Arabia avesse intrapreso legami con due uomini di spicco dei Grande Aracri a Reggio, ossia Pasquale Brescia e Antonio Gualtieri, entrambi condannati per associazione mafiosa.
Si tenga presente che Pino Arabia è il fratello del boss Salvatore Arabia, ucciso nel 2003 a Steccato di Cutro nel corso della guerra di mafia tra le famiglie Grande Aracri e Dragone, omicidio per il quale il boss Nicolino Grande Aracri è stato condannato all’ergastolo.
Uscito dal carcere nel 2014 Arabia – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – avrebbe dunque dato vita ad un gruppo formato da famigliari e persone di strettissima fiducia, gruppo che si sarebbe inserito in modo organico all’interno del più ampio sodalizio ndranghetista reggiano, disarticolato e fortemente indebolito da operazioni quali Aemilia, Grimilde e Perseverance e quindi attraversato dalla necessità di ridefinire nuovi assetti.
Il tutto tenendo sempre saldi i legami con la terra di origine, come ha sottolineato il Procuratore Capo di Bologna Francesco Caleca: “Un rapporto biunivoco perché il rapporto con il Sud serve per essere forti al Nord, ma anche viceversa”.