SAN MARTINO IN RIO (Reggio Emilia) – Fino a ora si era parlato di una questione legata all’eredità, adesso spunta un possibile movente del tutto diverso per il delitto di San Martino in Rio: la presunta doppia vita della vittima, Paolo Eletti.
Una diversa identità di genere che il figlio Marco avrebbe scoperto poco prima del 24 aprile scorso, giorno in cui il 58enne è stato assassinato nella sua abitazione di San Martino; cosa che, pensano gli inquirenti, potrebbe averlo spinto a uccidere il padre, colpito a morte alla testa con un martello.
Nelle ultime settimane, in seguito a indagini telematiche fatte dai carabinieri anche e soprattutto sui profili social delle persone coinvolte in questa tragedia, è emerso come Paolo Eletti avesse un’altra pagina Facebook: un profilo femminile che gli inquirenti collegano al 58enne senza ombra di dubbio.
Il figlio, Marco, è in carcere dal giorno dopo i fatti: era stato lui, quel pomeriggio, a chiamare i soccorsi. Nella notte, portato in caserma e interrogato, era stato fermato con le accuse di omicidio aggravato e tentato omicidio della madre. Quest’ultima ipotesi di reato si riferisce al fatto che secondo la procura Marco, prima di uccidere il padre, avrebbe narcotizzato e ferito ai polsi Sabrina Guidetti, in modo da far passare la cosa come un omicidio con tentato suicidio orchestrato dalla donna. Un’ipotesi che gli inquirenti non hanno preso in considerazione.
A lanciare la notizia nel pomeriggio è stata l’Ansa. L’avvocato di Marco, Noris Bucchi, non commenta in alcun modo questa nuova ipotesi investigativa sul movente, né la commenta l’avvocato della donna, Claudio Bassi: “La mia assistita non si ricorda del delitto – dice il legale – Si ricorda del pranzo col figlio e il marito, e poi di essersi addormentata. Si è risvegliata in ospedale dopo settimane di coma. E’ stata sentita di recente dal sostituto procuratore come persona informata sui fatti. Ha avuto l’autorizzazione ad andare a San Martino, nella sua casa ancora sotto sequestro, per recuperare qualche indumento”.
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