NOVELLARA (Reggio Emilia) – Prima la latitanza, poi l’arresto a Nimes e l’attesa dell’estradizione dalla Francia. Il 9 giugno sera l’arrivo al carcere di Reggio, l’interrogatorio di garanzia con la scelta del silenzio, l’annuncio di voler comunque collaborare; e ancora: l’attesa della fine della quarantena. E siamo arrivati a oggi. Oggi alle 14 Ikram Ijaz, uno dei due cugini di Saman Abbas indagato per l’omicidio premeditato della ragazza, nonché l’unico tra i cinque famigliari ritenuti responsabili a essere stato individuato e fermato, incontrerà il sostituto procuratore Laura Galli e i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio.
Il colloquio avverrà nel carcere di via Settembrini e col 28enne, che prima di partire era domiciliato a Campagnola, ci saranno ovviamente i suoi avvocati, Noris Bucchi e Luigi Scarcella. Per ora Ikram ha sempre detto di non sapere nulla della sorte toccata alla cugina, aggiungendo, appunto, di voler comunque essere utile al caso. Il colloquio con la procura è stato infatti chiesto dalla difesa, così com’era stato annunciato. Ikram Ijaz era stato fermato a Nimes a fine maggio mentre si trovava a bordo di un pullman diretto a Barcellona. Così come il resto della famiglia della ragazza, era partito in fretta e furia dal reggiano. All’epoca dichiarò di un viaggio resosi necessario per lavoro.
 Anche lui, come l’altro cugino, lo zio Hasnain e il padre di Saman, Shabbar Abbas, lavorava come bracciante agricolo tra Novellara e Campagnola. Era arrivato nella bassa reggiana un paio d’anni fa. Sul fronte ricerche, che proseguono nelle serre di Novellara, all’inizio della prossima settimana arriveranno dalla Baviera quattro unità cinofile specializzate nel ritrovamento di resti umani.
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