NOVELLARA (Reggio Emilia) – Si sono concentrate, nelle ultime ore, all’interno di questo casolare abbandonato e fatiscente le ricerche del corpo di Saman a Novellara. Siamo in via Reatino, proprio accanto ai terreni dove si trovano le serre dell’azienda agricola Bartoli, a qualche centinaio di metri in linea d’aria dall’abitazione in cui vivevano gli Abbas. Si tratta di un edificio diroccato e pericolante al cui interno si è fatta strada la vegetazione.
Nessun elemento che abbia indirizzato qui le attività di perlustrazione, ma gli investigatori non vogliono lasciare nulla di intentato. Anche altri casolari sono stati passati in rassegna, in attesa di riprendere gli scavi nel terreno, da lunedì, nei punti segnalati dal magnetometro.
A poche decine di metri da qui troviamo uno dei tanti braccianti agricoli pakistani che lavorano in questa fetta di Bassa. Ci dice di essere originario di Islamabad, la capitale e di essere arrivato in Italia nel 2008. Alla domanda se conosca Shabbar Abbar risponde così: “Shabbar è matto”.
Poche parole in un italiano stentato, poi non vuole aggiungere altro. Racconta di avere quattro figli, sul cui matrimonio riferisce di avere avuto le idee molto chiare: “Decido io del loro matrimonio”.
Lungo via Cristoforo Colombo, dall’altro lato della strada, più o meno di fronte all’abitazione degli Abbas c’è questa villetta di colore rosso. E’ dotata di telecamere di videosorveglianza esterna su tutti i lati. Questa in particolare lo scorso 29 aprile aveva immortalato Saman a passeggio insieme al fratello: la sequenza è stata proposta dalla trasmissione di Rete4 Diritto e Rovescio. Nell’abitazione vivono i coniugi Iemmi che conoscono bene Shabbar Abbas e avevano avuto contatti, sia pure sporadici con gli altri famigliari: di parlare ai nostri microfoni e di essere ripresi, però, non ci pensano neppure. “Abbiamo paura”, dice la signora.
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