REGGIO EMILIA – L’indiscrezione da Barcellona è che la corte iberica dell’Audiencia Nacional, il tribunale competente, abbia deciso: Nomanhulaq Nomanhulaq verrà consegnato all’Italia. Dopo il sì preliminare all’estradizione della scorsa settimana quindi, ci sarebbe adesso il sì definitivo. Trapela dall’agenzia di stampa Ansa. Per ora né i carabinieri reggiani del Nucleo investigativo né l’avvocato Luigi Scarcella, il legale reggiano assegnato al 35enne pakistano, hanno ricevuto conferma ufficiale dell’imminente arrivo dell’uomo, che era stato arrestato alla periferia di Barcellona poco meno di un mese fa dopo una lunga latitanza.
Quando diciamo “arrivo imminente” parliamo di una decina di giorni ancora, dopodiché, stando appunto a queste indiscrezioni, il pakistano – cugino di Saman Abbas e tra i cinque famigliari della ragazza indagati in concorso per il suo omicidio – arriverà a Reggio. Essendo ancora in attesa della notifica della decisione della corte, è ancor più di là da venire l’organizzazione di questo eventuale viaggio.
Ikram Ijaz, l’altro cugino, il primo latitante a essere rintracciato a giugno 2021, arrivò a bordo di un furgone alla frontiera di Ventimiglia e poi venne accompagnato su mezzi dei carabinieri reggiani al carcere di via Settembrini. Sempre lì venne condotto lo zio della 18enne, Danish Hasnain, ma dopo un viaggio in aereo Parigi-Bologna. Di Saman Abbas non si hanno notizie da quasi un anno. Gli inquirenti ritengono sia stata uccisa dai suoi parenti il 30 aprile scorso a Novellara. Un omicidio per la procura premeditato, organizzato per far tacere la ragazza e punirla dell’onta gettata sulla famiglia, visto che aveva pubblicamente denunciato il fatto che i suoi volessero costringerla ad un matrimonio in Pakistan. Ed è il Paese asiatico l’altro capo del filo: lì si sono diretti, il primo maggio, i genitori di Saman, anche loro indagati. E anche di loro non si hanno notizie da allora.
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