NOVELLARA (Reggio Emilia) – La sua scomparsa è tuttora un giallo, un mistero che ha caratterizzato metà del 2021 reggiano trovando ribalta nazionale, perché la storia di questa ragazza mescola assieme la cronaca, l’integrazione, le domande che una comunità si pone. Ora un altro tassello. Sono finite le indagini preliminari sul presunto omicidio di Saman Abbas.
Nelle ultime ore il sostituto procuratore Laura Galli ha inviato notifica del termine di questa prima fase. E’ un momento formale ma molto importante, il primo punto fermo. La procura va avanti: nonostante i silenzi degli indagati e nonostante il fatto che ancora non siano stati trovati i resti della 18enne, vuole portare a processo i parenti della ragazza. Nella notifica di fine indagini si identificano in cinque persone, i genitori, i due cugini e lo zio della 18enne di Novellara, i presunti responsabili del suo sequestro, del suo omicidio premeditato, della soppressione del suo corpo (l’ipotesi di reato passa da ‘occultamento’ a ‘soppressione’ visto che non si trovano i resti della ragazza). C’è la testimonianza del fratello minore di Saman che accusa lo zio in particolare.
Ora trascorreranno almeno 20 giorni durante i quali gli avvocati difensori, Noris Bucchi e Luigi Scarcella, Simone Servillo e Maria Grazia Petrelli, potranno depositare memorie difensive prima che il sostituto procuratore chieda il rinvio a giudizio.
Intanto proseguono anche gli accertamenti del Ris di Parma sul frammento osseo trovato in riva al Po. Le indagini scientifiche si stanno rivelando particolarmente complesse. Sono passati 11 mesi dalla scomparsa di questa ragazza pachistana che, ancora 17enne, aveva denunciato i genitori, dicendo ai carabinieri e ai servizi sociali che volevano costringerla ad un matrimonio combinato in Pakistan. Da lì erano seguiti mesi all’insegna di sentimenti molto diversi: Saman aveva trovato ospitalità in una comunità nel Bolognese, poi, diventata maggiorenne, aveva deciso di andarsene. Desiderava farsi una vita col fidanzato; a metà aprile dell’anno scorso era tornata a Novellara, forse per prendere i propri documenti ed è lì che sarebbe, per l’accusa, scattato il piano: Saman era indomabile e andava eliminata. Un piano messo in atto, sempre secondo l’accusa, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. Ma poi i carabinieri sono tornati a suonare a quella porta chiedendo della ragazza, e i cinque indagati in due giorni sono scomparsi dalla circolazione.
Nel corso di questi mesi, tre di loro, lo zio e i due cugini, sono stati rintracciati attraverso importanti indagini internazionali. All’appello mancano madre e padre della 18enne. Non è escluso che per loro si possa pensare ad uno scorporo delle indagini rispetto agli altri tre indagati, ad ora in carcere a Reggio.