NOVELLARA (Reggio Emilia) – Vagliare la posizione di possibili nuovi indagati, un’accelerazione da imprimere alla richiesta di rogatoria, e, di nuovo, la ricerca dei resti di Saman Abbas. Sono questi gli obiettivi principali dei prossimi giorni per la procura di Reggio riguardo alle indagini per l’omicidio della 18enne pakistana, che gli inquirenti ritengono sia stata uccisa la sera del 30 aprile. Con un quarto aspetto: a breve Ikram Ijaz, uno dei due cugini accusati, potrebbe chiedere al sostituto procuratore Laura Galli di essere ascoltato. Aveva annunciato di voler collaborare: se sarà così, da lui potranno arrivare elementi utili per continuare a comporre il quadro.
Cinque persone avrebbero preso parte al progetto criminale, quelle iscritte ad ora nel registro degli indagati, ma altre potrebbero aver agevolato la fuga – avvenuta a due a due, in giorni diversi ma comunque molto velocemente – del gruppo ritenuto coinvolto nel delitto e composto da madre e padre, zio e due cugini della ragazza. Per ora l’unica prova nel senso giuridico del termine, visto che parliamo di testimonianza già acquisita tramite incidente probatorio, è il racconto del fratello minore di Saman, il quale ha riportato, a detta sua, il racconto a sua volta fattogli dallo zio Danish, considerato l’esecutore materiale dell’omicidio. Zio che però non gli avrebbe rivelato il luogo di occultamento del cadavere.
In mattinata all’alba le ricerche e i carotaggi sono ricominciati e c’è stato il sopralluogo dei tenenti colonnelli Stefano Bove, comandante del nucleo operativo di Reggio, e Luigi Regni, comandante della stazione di Guastalla.
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