BARCELLONA (Spagna) – Carrer del Pare Perez del Pulgar. Abitava qui, al numero 115. Non ha opposto resistenza, non ha provato a dire “no, non sono io”, come invece aveva fatto lo zio di Saman Abbas. Ma la situazione era la medesima anche per Nomanulaq Nomanulaq: risiedeva con alcuni connazionali, che probabilmente sono stati la sua rete, in un appartamento di periferia.

Non a Parigi ma a Barcellona, a 14 chilometri dal cuore turistico della Rambla. Secondo gli inquirenti, il secondo cugino di Saman Abbas indagato per la sua morte si trovava nella città catalana da poco dopo la fuga da Novellara, avvenuta nei primi giorni di maggio. Il piano della famiglia – è la tesi degli inquirenti – era che solo i genitori di Saman se ne andassero, per non dare troppo nell’occhio. Madre e padre della ragazza partono tranquillamente in aereo da Malpensa, dicendo ai datori di lavoro che vanno in Pakistan da parenti e che la figlia si trova in Belgio. Ma i carabinieri non vogliono perdere i contatti con quella ragazza che hanno già aiutato nei mesi precedenti, si fanno insistenti, e allora il piano cambia e tutti si allontanano. I due cugini e lo zio di Saman fuggono assieme al fratello minore della 18enne e vanno a Imperia. Lì il ragazzino verrà bloccato, mentre i tre uomini raggiungeranno Parigi. A quel punto le strade si dividono: Ikram Ijaz raggiunge Nimes e lì viene bloccato a fine maggio, il primo dei latitanti a tornare a Reggio. Danish Hasnain rimane nella Ville Lumiere, dove viene arrestato il 22 settembre, per poi essere estradato a gennaio. Ora tocca a Nomanulaq Nomanulaq: il 35enne è in carcere a Barcellona.

Dopo osservazioni e pedinamenti, l’azione è scattata stamattina poco dopo le 7. Ad arrestarlo sono stati la Polizia nazionale e un particolare reparto anticrimine assieme al personale del servizio di cooperazione internazionale Sirene e, indirettamente, ai carabinieri di Reggio: per arrivare a qui infatti è stata fondamentale quella trasferta parigina che i militari reggiani fecero a fine settembre, all’indomani dell’arresto dello zio di Saman Abbas. L’obiettivo era uno scambio di informazioni con gli inquirenti europei: vagliando le recenti comunicazioni di Danish, rintracciarono l’utenza telefonica spagnola in uso a Nomanulaq Nomanulaq. Da lì sono scattate le intercettazioni.
Nomanulaq Nomanulaq è accusato di sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere. E’ uno dei tre uomini ripresi dalle telecamere con una pala e un sacco in mano il 29 aprile, il giorno prima della data del presunto omicidio di Saman Abbas. In Italia è rappresentato dall’avvocato Luigi Scarcella dello studio Bucchi, il quale però dovrà attendere l’iter della procedura di estradizione. Ora mancano all’appello solo i genitori della 18enne di Novellara che si era ribellata a un matrimonio combinato.
La fuga di Nomanulaq
L’arresto di Nomanulaq










