VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – E’ iniziato nei laboratori dei Ris di Parma l’esame sui campioni raccolti dagli stessi carabinieri del Reparto di Investigazioni Scientifiche lo scorso 15 luglio a Morsiano di Villa Minozzo nell’abitazione di Stefano Daveti, l’uomo che era stato trovato incosciente e ferito, in casa, lo scorso 21 giugno e che era poi deceduto qualche giorno dopo, il 24 giugno, all’ospedale Maggiore di Parma dove era stato ricoverato.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Daveti, 63 anni, originario della Spezia, ma da oltre 15 anni stabilitosi nell’Appennino reggiano, sarebbe stato aggredito a sprangate al culmine di un litigio. Una violenza per la quale risultano indagati due vicini di casa, Emore Chesi di 66 anni e il figlio 47enne Cristian. Nei loro confronti l’accusa formulata per il momento dalla Procura di Reggio è di omicidio volontario in concorso: non sono sottoposti per ora a misure cautelari.
Il caso è affidato al sostituto procuratore Maria Rita Pantani sul cui tavolo entro la fine di agosto dovrebbe essere depositata la relazione investigativa finale dei carabinieri.
Oltre all’esito dell’autopsia, eseguita lo scorso 3 luglio all’istituto di medicina legale di Modena, fondamentali saranno dunque gli accertamenti scattati nelle ultime ore nella sede dei Ris che avevano lavorato per oltre sei ore all’interno della abitazione in cui Daveti viveva solo, soffermandosi in particolare nella camera da letto, dove era stato ritrovato il corpo dell’uomo.
I due indagati sono assistiti dall’avvocato Domenico Noris Bucchi, consulente della difesa è stato nominato il genetista Marzio Capra, noto per essersi occupato anche del processo sulla strage di Erba. I famigliari della vittima sono, invece, seguiti dal legale Andrea Lazzoni del Foro della Spezia.
Il funerale di Daveti si è svolto lo scorso 13 luglio e la salma era stata tumulata nel cimitero di Villa Minozzo.
Delitto di Morsiano: padre e figlio indagati per omicidio volontario. VIDEO