CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – L’assassinio di Juana Cecilia Loayza verrà esaminato dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Lo ha annunciato la presidente, la senatrice Valeria Valente, in occasione di un incontro pubblico che si è svolto a Cadelbosco Sopra.
“Il tema va approfondito – ha letto – vanno lette le carte e noi chiederemo gli atti come commissione di inchiesta, per valutare. In generale posso dire che le norme possono anche essere le migliori del mondo, ma vanno interpretate con le lenti giuste”.
I retroscena dell’omicidio di via Patti, le circostanze che hanno consentito a Mirko Genco di patteggiare un procedimento per stalking e di muoversi libero fino a commettere il delitto. C’è il caso di Juana Cecilia sotto l’attenzione della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, istituita nel 2017 per elaborare strategie e politiche a contrasto della violenza di genere.
Secondo la sua presidente, qualcosa non ha funzionato nell’applicazione del cosiddetto codice rosso, in particolare nella decisione che, sulla base della partecipazione a un percorso per uomini maltrattanti, ha sospeso la pena al giovane oggi in carcere reo confesso: “In questo caso, non era la scelta più saggia. Se dovesse essere confermato quanto riportato dalle cronache, ci troviamo di fronte a un uomo oggettivamente pericoloso, la valutazione del rischio è stata fatta in modo inadeguato. Tutto poteva fare, tranne che essere libero nelle condizioni di poter far male a quella donna”.
“Mai più invisibili, mai più vittime” è il titolo del dibattito che ha visto l’esponente dem sul palco dell’Altro teatro di Cadelbosco Sopra assieme al prefetto Iolanda Rolli, la parlamentare Antonella Incerti, la consigliera regionale Roberta Mori e la presidente dell’associazione Nondasola, Silvia Iotti. Una serata organizzata dall’amministrazione locale e da quella di Castelnovo Sotto. La messa a punto di leggi efficaci, è stato detto, deve accompagnarsi a una consapevolezza diffusa di quei meccanismi che sono ancora presenti nell’immaginario collettivo e che in un qualche modo legittimano e alimentano la violenza sulle donne.
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