REGGIO EMILIA – “Purtroppo, è un mercato invaso da realtà che non rispettano le regole del gioco, in particolare i contratti nazionali di lavoro”. Roberto Ferrari, responsabile dell’area sindacale di Confcooperative Terre d’Emilia, la logistica la conosce bene. Confcooperative associa decine di aziende del settore tra Reggio, Modena e Bologna. Aziende che applicano il contratto nazionale firmato da Cgil, Cisl e Uil, che rispettano le norme in materia di sicurezza e che sono sottoposte alle verifiche della stessa centrale cooperativa.
Sul mercato, però, queste società devono affrontare la concorrenza di ditte che giocano sporco. Ditte a cui un dipendente costa molto meno. Quanto meno? “Parliamo di diverse centinaia di euro come differenza sullo stipendio tabellare”. A volte la concorrenza sleale arriva da finte cooperative, ultimamente spesso anche da Srl semplificate, facili da costituire e da sciogliere. “Sono aziende che durano 2-3 anni e poi vengono ricostituite, magari con gli stessi amministratori”, ha spiegato Ferrari.
Le aziende serie, che rispettano le regole, riescono ugualmente a conquistare le commesse delle aziende che esternalizzano la logistica? “Con molta difficoltà – ha aggiunto – e alle volte sono costrette a rinunciare perché i corrispettivi non coprono il costo del lavoro e della sicurezza”. Correggere la rotta, secondo Confcooperative, sarebbe possibile. Servirebbe un’alleanza virtuosa tra committenti e aziende sane del settore. Ma servono anche controlli da parte degli organi ispettivi. “Se non partiamo da lì, non credo che se ne esca”. (2/continua).
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