REGGIO EMILIA – Chi vuole può saperne di più partecipando alle visite guidate dedicate alla “Reggio Emilia Medievale”: perché le casette elemosinarie di via Fontanelli sono una testimonianza della Reggio di quel periodo. Furono infatti ideate nel 1497 da Girolamo Ardizzone, allora precettore dell’Ordine Gerosolimitano dei Cavalieri di Malta, con l’approvazione di Papa Alessandro VI. Lo scopo era quello di darle in concessione alle famiglie bisognose. Una destinazione d’uso che è stata mantenuta quando, 500 anni dopo, il Comune di Reggio, con l’allora sindaco Graziano Delrio, ha deciso di restaurarle e restituirle alla città.
Le case elemosinarie in tutto sono sette. Tre quelle che sono state riqualificate, grazie ad un intervento finanziato da Comune, Regione e Fondazione Manodori che era costato un milione e 600 mila euro. Parliamo dei civici 12 e 14, all’estremità verso via Toschi e 24, all’estremo opposto. 23 i posti letto che i servizi sociali possono assegnare a persone in difficoltà. Tra le quattro rimanenti una è privata, le altre tre sono sempre di proprietà del Comune. Ma tutte e quattro sono inutilizzabili: troppo complesso e oneroso il restauro.
E proprio le casette vuote sono diventate rifugio di persone senza fissa dimora. Non sono mancati i momenti di tensione, più volte sono dovute intervenire le forze dell’ordine. Qualche giorno fa l’intervento di sette pattuglie di carabinieri, polizia di Stato e polizia locale. Agenti e militari avevano identificato le persone all’interno, alcune delle quali erano state portate in caserma. Gli accessi erano stati sprangati.
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