REGGIO EMILIA – William Punghellini, dal 1999 al 2008 presidente della Lega Nazionale Dilettanti e successivamente responsabile dei rapporti istituzionali e politici della stessa Lega, non usa mezzi termini per definire la situazione attuale nel mondo sportivo. Ospite della presentazione della Bagnolese, lo storico dirigente sportivo non si sottrae a parlare della nuova legge che regolamenta lo sport dilettantistico, entrata in vigore dal primo di luglio, e sugli effetti che potrebbe avere sul calcio dilettantistico della nostra provincia.
“La legge è stata fatta senza tenere conto delle esigenze del mondo sportivo dilettantistico – le sue parole – con normative allucinanti dal punto di vista burocratico, amministrativo e anche delle responsabilità che ricadono unicamente sulle società senza nessun tipo di ristorno e contributo e aiuto da parte delle strutture. Questa è una colpa che ricade unicamente sulla Federazione (Figc, ndr) e sulla Lega Nazionale Dilettanti, in modo particolare sulla Federazione e sul Coni”.
Il mondo dello sport dilettantistico è a rischio con questo tipo di riforma? “Sicuramente. C’è già stato un calo del 30% delle società a livello nazionale e tesserati, sarà un problema grosso che rischierà di far chiudere. Tutto questo perché il mondo sportivo se ne è disinteressato, i nostri dirigenti pensano alle grandi manifestazioni e a organizzare Europei di calcio senza tutelare il calcio di base”.
Non manca un passaggio sulla Serie B, ancora incompleta nell’organico. Al torneo, che vedrà ai nastri di partenza anche la Reggiana, recentemente è stato riammesso il Lecco. Nulla da fare invece per la Reggina, che è stata esclusa: manca però ancora una formazione per arrivare alle 20 previste. “La vedo male. Ancora una volta, i campionati professionisti sono in balia di ricorsi e tribunali e quando i tribunali, a livello civile, intervengono nello sport significa che lo sport non sa autogestirsi. Questo perché mancano delle regole e perché c’è una giustizia sportiva imbarazzante”.
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