SCANDIANO (Reggio Emilia) – Una multa di 10mila euro, la condanna al pagamento delle spese processuali e legali, il riconoscimento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro a favore della famiglia Paderni. Ma soprattutto, fa notare l’avvocato Ernesto D’Andrea, legale della moglie e delle due figlie di Amleto, parti civili, quelle parole pronunciate dal giudice Antonella Guidome del tribunale di Ravenna: “Pena non sospesa”.
Lo scrittore Gianfranco Stella, autore del libro “Compagno mitra”, nel quale il partigiano ed ex sindaco di Scandiano Amleto Paderni veniva descritto come il mandante dell’omicidio del medico suo concittadino Luigi De Buoi, è stato condannato in primo grado per diffamazione a mezzo stampa.
“La querela fu avanzata dai familiari di Amleto Paderni, scomparso nel 2005, nel gennaio 2019 – fa sapere l’Anpi di Reggio – quando appresero del contenuto del libro, perché la sentenza di appello del tribunale di Bologna nel 1957 aveva assolto Paderni ‘per non aver commesso il fatto'”.
‘L’Anpi reggiana – scrive il suo presidente Ermete Fiaccadori in una nota – esprime soddisfazione per aver visto accolte le ragioni dell’accusa di diffamazione di un libro che aveva la pretesa di riscrivere la storia senza avere una adeguata documentazione e le necessarie prove”. E la soddisfazione è ovviamente anche quella del legale dei famigliari di Paderni: “Per la prima volta la pena non viene sospesa – dice Ernesto D’Andrea – E la verità processuale diventa verità storica”.
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