CASTELLARANO (Reggio Emilia) – Pochi giorni prima del deposito della richiesta di concordato preventivo, la proprietà dello Scatolificio La Veggia di Roteglia è stata trasferita da una società a un’altra.
Fino al 10 aprile 2022, l’azienda non era controllata da Laveggia srl, come oggi, ma da un’altra società. Una società che il 23 novembre 2020 acquisì il 99% delle quote, salvo rivenderle alla stessa Laveggia l’11 aprile 2022, alla vigilia del dissesto. Questa società si chiama Ondulati Santerno ed è una importante azienda del settore, con sede a Casalfiumanese, in provincia di Bologna. Secondo l’Agenzia delle Entrate, principale creditore dello Scatolificio La Veggia, il commissario giudiziale Silvio Facco avrebbe dovuto valutare un’azione di responsabilità contro la Ondulati Santerno, oltre che verso i vecchi amministratori, per il crac dell’azienda di Roteglia.
Per capire il contesto, va detto che Ondulati Santerno non è un soggetto esterno, ma è un’azienda del gruppo Laveggia. Anzi, con i suoi 143 milioni di euro di ricavi, è l’azienda più importante del gruppo. Un gruppo di cui fanno parte anche Sunion, azienda di imballaggi con sede a Soragna, e la Alliabox di Castellarano, anch’essa coinvolta da una procedura concorsuale. Scatolificio La Veggia e Ondulati Santerno sono dunque sottoposte a comune controllo.
Ricapitolando: per circa un anno e mezzo il 99% delle azioni dello Scatolificio La Veggia è stato detenuto dalla Ondulati Santerno. Pochi giorni prima di portare i libri in tribunale, però, il pacchetto azionario è stato “girato” di nuovo a Laveggia srl. La patata bollente è passata dalle mani di un’azienda sana e in utile a quelle di una finanziaria in crisi di liquidità e ormai inattiva. I giudici della sezione fallimentare hanno però respinto le argomentazioni dell’Agenzia delle Entrate, mettendo in dubbio la possibilità di configurare una responsabilità solidale in capo a una società per azioni. E in ogni caso, aggiungono i giudici, bisognerebbe dimostrare una condotta dolosa da parte di Ondulati Santerno per occultare lo stato di crisi dello Scatolificio La Veggia.
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