REGGIO EMILIA – “Siamo a un tentativo di valorizzazione, perché i sequestri e le confische hanno un senso se i patrimoni sottratti alla criminalità tornano alla collettività”.
Rosario Di Legami è un avvocato di Palermo. Da amministratore giudiziario, gestisce solo in Emilia-Romagna 250 immobili sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata. Appartamenti, capannoni, ma anche una catena di pizzerie sequestrate alla camorra a Bologna, un albergo ad Agrigento, conti e società all’estero.
Degli oltre 60 immobili delle province di Reggio e Parma che stanno per essere assegnati agli enti locali, molti sono stati amministrati da lui. Il percorso per restituire questi beni alla comunità è lungo e tortuoso. Decisiva, dice Di Legami, è stata l’indagine Aemilia. “Ne approfitto per un riconoscimento all’Ufficio del Gip e alla Procura e per un augurio al nuovo Procuratore capo di Pesaro Marco Mescolini, che è stato il grande ideatore dell’indagine. Aemilia è stato certamente il punto di non ritorno”.
Ai tradizionali settori di investimento, oggi le cosche hanno affiancato la logistica e la ristorazione. Per contrastare il riciclaggio, un aiuto formidabile potrà venire dall’intelligenza artificiale. “La possibilità di tracciare i flussi economici anche tra i vari Paesi, questo l’intelligenza artificiale lo può fare in un nanosecondo”.
Ma facendo questo lavoro, capita mai di sentirsi soli? “In Emilia c’è grande sensibilità sul tema, forse un po’ sopita, ma magari è una mia impressione”.
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