MODENA – Chiuderà con una flessione tra il 5 e il 7% il bilancio 2020 della ceramica italiana, penalizzata da 6 settimane di lockdown e un calo della produzione del 18%. Le aziende tuttavia, sottolinea il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani, sono riuscite a migliorare la gestione dei magazzini e dei flussi di cassa, limitando le sofferenze. Per il settore il 2020 era partito molto bene, poi il lockdown, poi con l’estate una nuova accelerazione. Il settore guarda con ottimismo al 2021, ha appena siglato coi sindacati il rinnovo dei contratti e si attende benefici dal superbonus del 110%. Tuttavia la misura, dice il presidente, andrebbe prolungata anche per agevolare la ricostituzione del sistema edilizio nazionale colpito dalla crisi del 2008. Tra le problematiche principali del settore, la decisione dell’Unione Europea di escludere l’industria ceramica dalla compensazione dei costi indiretti relativi all’ “emission trading” e il tema infrastrutture, come ad esempio sul nostro territorio la bretella autostradale. Burocrazia, ritardi e mancanze negli ultimi 20 anni hanno fatto perdere al distretto 200 milioni di metri quadri di produzione.
economia ceramica Confindustria Ceramica industria ceramicaL’industria ceramica chiude il 2020 con un -7%. VIDEO
18 dicembre 2020La produzione crolla del 18% ma le aziende hanno svuotato i magazzini e guardano con fiducia al prossimo anno. Il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani chiede di realizzare le infrastrutture promesse per il territorio