REGGIO EMILIA – “Quando sono arrivati i carabinieri mi hanno visto ridotto così, in faccia, e hanno chiamato l’ambulanza. Sono così andato in ospedale”.
Ha passato una notte in pronto soccorso Rashel Mohammad, titolare della piccola bottega di alimentari che si affaccia su corso Garibaldi, all’angolo con via del Portone.
Originario del Bangladesh, a Reggio da otto anni, ci racconta di essere abituato agli episodi di taccheggio con protagonisti giovanissimi avventori, solitamente sfacciati quanto sgarbati e strafottenti. Spesso lascia correre, specie se si tratta solo di qualche articolo di frutta. In occasione dell’ultimo episodio, ha fermato il ragazzo per la giacca sotto la quale era stata fatta sparire una scatola di snack.
E’ accaduto poco prima di mezzanotte, all’orario di chiusura. Nel chiedere il pagamento del maltolto, avvertendo che in caso contrario sarebbe partita una telefonata alle forze dell’ordine, il negoziante si è visto aggredire da un gruppetto di giovani. Dopo i primi pugni è caduto a terra.
“Dopo due o tre pugni presi in faccia sono caduto, sono stato colpito poi a una gamba. Come mi sono alzato mi hanno picchiato di nuovo, sono tornato a terra e ho preso dei calci”.
Cinque i giorni di prognosi rimediati da Rashel, dovuti alle contusioni al volto e sulle altre parti del corpo.
L’accusa di rapina impropria e lesioni personali pende ora su tre ragazzi e una ragazza. E’ stata quest’ultima a impossessarsi del cellulare del commerciante. Lo ha fatto mentre questi era a terra. Il telefono era accanto al registratore di cassa dall’interno del quale sono spariti 890 euro.
Sull’episodio indagano in carabinieri. Utili alle indagini potrebbero rivelarsi le immagini dell’impianto di videosorveglianza attivo nel negozio.
“Non era mai accaduto. Loro avevano voglia di litigare. Forse hanno studiato da fuori la situazione, vedendo me da solo hanno pensato di poter fare casino senza grossi problemi”.
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