REGGIO EMILIA – Non ci sono le perdite di Brumbrum alla base della decisione di Cazoo di chiudere l’azienda reggiana acquistata solo sei mesi fa. La società britannica specializzata nella vendita online di auto usate ha perso più di 900 milioni di euro negli ultimi 18 mesi.
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Quando nel gennaio scorso Cazoo acquistò Brumbrum, azienda con stabilimento a Mancasale fondata dal manager reggiano Francesco Banfi, la società britannica specializzata nella vendita online di auto usate aveva appena chiuso il bilancio 2021 con una perdita monstre di 550 milioni di sterline, pari a 632 milioni di euro. Numeri non ancora conosciuti all’esterno dell’azienda e diffusi soltanto il 7 aprile. Riletta a posteriori, riavvolgendo il nastro attraverso la lettura dei documenti societari e le dichiarazioni pubbliche, la vicenda di Cazoo e Brumbrum presenta aspetti clamorosi. Nella storia industriale reggiana non sono mancati i casi di aziende prestigiose comprate da colossi stranieri e ridotte a mal partito in pochi anni, talvolta fino alla chiusura. Mai si era vista però un’azienda acquistata per 80 milioni di euro in gennaio e chiusa in settembre senza neppure tentare di rivenderla per recuperare una parte del denaro speso.
Nell’aprile scorso, presentando i conti 2021 di Cazoo, Alex Chesterman, fondatore della società nel 2018 e amministratore delegato, aveva detto che lo spostamento dei consumatori verso l’acquisto di auto online continuava e aveva enfatizzato l’aumento dei ricavi del 312%, da 162 milioni di sterline a 668. Ma a fronte di 668 milioni di ricavi, come si è anticipato, stavano 550 milioni di perdite. Nel primo semestre di quest’anno Cazoo ha accumulato altri 243 milioni di sterline di disavanzo. In sintesi, la società britannica ha perso 912 milioni di euro in 18 mesi.
Anche Brumbrum ha i conti in rosso. Nel 2021 le vendite sono passate da 13 a 29,5 milioni di euro, ma l’azienda ha chiuso il bilancio con un disavanzo di 16 milioni. La decisione di Cazoo di abbandonare tutte le attività in Italia, Francia, Germania e Spagna, licenziando 750 dipendenti, per concentrarsi sulla Gran Bretagna, non appare tuttavia giustificata da un’analisi puntuale di costi e ricavi sui diversi mercati. Lo stesso numero uno Chesterman, in una conference call del 2 agosto scorso, rispondendo alla domanda di un analista, ha detto che solo un terzo delle perdite di Cazoo è da attribuire alle attività nei paesi dell’Unione Europea.
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