REGGIO EMILIA – A un anno e mezzo dall’esplosione della vicenda, l’inchiesta sugli affidi in val d’Enza – o meglio quello che ne è scaturito in termini di polemiche e strumentalizzazioni politiche – è stata in parte al centro dell’apertura dell’anno giudiziario alla corte di Appello di Bologna. Per effetto di una ‘martellante campagna mediatica‘, il procedimento ‘ha esposto tutto il sistema della giustizia minorile e familiare, come era prevedibile, al sospetto generalizzato e alle rivendicazioni di soggetti interessati’: queste le parole di Roberto Aponte, presidente vicario della Corte d’Appello, il quale ha citato la relazione inviatagli dal presidente del tribunale per i Minorenni Giuseppe Spadaro.
I presunti affidi illeciti oggetto dell’inchiesta ancora in fase di udienza preliminare erano stati, nel tempo, autorizzati dal tribunale per i Minorenni. Nell’estate del 2019 Spadaro aveva dato mandato di riconsiderare tutti i fascicoli e nel report mandato ad Aponte ha scritto come ‘durante le indagini il lavoro di tutti i magistrati dell’Ufficio sia stato fortemente e negativamente condizionato in termini di delegittimazione dai riflessi riverberati dalle deprecabili fughe di notizie‘. Per Spadaro c’è stata “una strumentalizzazione da parte di gran parte dei media che ha provocato l’odio del web, nonché una vera e propria gogna mediatica nei confronti dei magistrati del tribunale minorile, vittime di innumerevoli episodi di minacce che, comunque, non hanno minimamente scalfito il sereno svolgimento dell’attività giurisdizionale dei colleghi’.
‘Pur nella consapevolezza di indubbie criticità da affrontare con spirito libero da pregiudizi nell’impianto del sistema della nostra giustizia minorile – ha concluso Aponte – il compito del Tribunale per i minorenni è quello di salvaguardare i minori, se è assolutamente necessario, anche dal loro ambiente naturale’.
Inchiesta affidi in Val d’Enza al centro dell’apertura dell’anno giudiziario. VIDEO
30 gennaio 2021Il presidente vicario della Corte d’Appello Roberto Aponte nella sua relazione ha parlato di “una strumentalizzazione da parte dei media che ha provocato una vera e propria gogna mediatica nei confronti dei magistrati del tribunale minorile”