REGGIO EMILIA – La quantità di anticorpi contro il Covid nel tempo diminuisce. Nelle persone che sono state vaccinate più di sei mesi fa e non sono mai più entrate in contatto con il virus il livello anticorpale oggi è sicuramente più basso. “E’ normale, accade per ogni vaccino”, spiega il professor Andrea Cossarizza, docente di immunologia all’Università di Modena e Reggio.
“La vera domanda è se io sono protetto in qualche modo, che cellule ho che mi proteggano da questo virus, la memoria immunologica rimane molto tempo, molti anni, dobbiamo capire se due dosi bastano a farla mantenere molti anni o servono tre o anche di più, questo è ancora tutto da vedere”.
E’ un altro degli interrogativi che sta ponendo la pandemia alla comunità scientifica, anche se è indubbio il successo dei vaccini. Per questo secondo il professor Cossarizza è fondamentale proseguire con la somministrazione delle terze dosi, dai pazienti con deficit immunitari alle persone adulte e anziane. Nei prossimi giorni poi è atteso il pronunciamento dell’agenzia europea del farmaco sull’ampliamento della campagna alla fascia di età dei 5 – 11 anni: “L’atteggiamento corretto, quello scientifico, è di dire aspettiamo di vedere i pareri di Ema e Aifa che sono predisposti al controllo dei dati dei trials clinici, tutto quello che accade in uno studio su centinaia e migliaia di bambini per la registrazione del farmaco viene trasmesso agli enti regolatori che devono controllare pagina per pagina quello che è stato fatto, una volta che questo controllo è stato fatto viene data l’autorizzazione a usare o meno un vaccino, io sono convinto che sarà data e che verrà fatto vedere come alla luce degli studi fatti è sicuro vaccinare i bambini. Se Aifa ed Ema daranno l’autorizzazione a vaccinare non c’è motivo di non farlo, anche perchè il Covid esiste anche nei bambini”.
Convincere chi ancora non si è vaccinato è un’altra priorità, secondo l’esperto che si dice favorevole a misure più restrittive nei confronti dei No Vax: “Quello che hanno fatto in Austria mi sembra una cosa molto ragionevole, il problema non è punire una persona, il problema è evitare che si infettino, si ammalino e che infettino altre persone, è una misura di sanità pubblica non punitiva che con la vaccinazione salvi la tua vita, quella dei tuoi cari e quella di molta altra gente”.
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